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Brian Eno: Back clack

                  (da The drop)

4. ALIENATION MARKETS

Gli ipermercati ed i centri commerciali sono non-luoghi (si veda il celebre testo di Marc Augè) la cui finalità mediatizza in maniera a volte subliminale l’insieme dei rapporti che legano coloro che attraversano questi spazi sia tra di loro che con il non-luogo stesso. Il mezzo fotografico, se vuole insistere su queste enclavi della solitudine e dell’alienazione dissimulate, non può che assumere uno sguardo desolato e oggettivo che evidenzi, anche attraverso il ricorso all’allusività ipnotica della cartellonistica pubblicitaria, la parados-sale deindividuazione omologante in cui si traduce, sotto l’apparente rutilanza delle su-perfici, la sapienza del marketing che invece governa questi spazi con le fallaci pro-messe di un euforico presente sconfinato e senza Storia.

 

il7 – Marco Settembre

Gio 28/3/2013 23:45

 

 

Gli Alienation Markets di Marco Settembre (alias il7) raccontano tante storie. Storie di lavoro, di solitudine, di squallore, descritte attraverso scatti che si soffermano su dettagli che l’abitudine tende a far trascurare. Un’indagine acuta rivolta verso la realtà estraniante dei grandi centri commerciali: microcosmi fagocitanti che s’impongono come moderni contenitori di necessità e svago.

 

 

Serena Silvestrini

"Nei non-luoghi commerciali c'è un panorama sgombro di carne e di pathos. Vigilano e regnano il gelo e lo smarri-mento, vinti nel paradosso post-moderno secondo il quale è nei punti di ritrovo che ci si perde più facilmen-te ("Fissato sul vuoto", "Presenze nel labirinto"): il contatto con sé stessi e con l'altro non trova terreno fertile, i corpi si danno le spalle, si (dis)integrano nell'ambiente o spingono il pensiero in un paradiso lontano. La geometria degli spazi è esaltata proprio dall'assenza della variabile umana. Dove c'è, questa parvenza d'essere, non si tratta d'altro che d'ingranaggi incastonati in una “natura morta” quanto mai disani-mata, vinti e condannati alla coazione a ripetere ("Separate lives"). Lo spazio è esaurito per troppo vuoto, horror vacui del consumo, mise en abyme della propria monade ("Picture in picture") facile a confondersi con la mera rappresentazione iconografica della stessa ("Consumatori-fantasma"). Non ci si vergogna mai abbastanza a solcare i più standardizzati e ingannevoli degli spazi sociali. Le nuove piazze sono mute. Vastità senza parola della merce, dei contenitori della stessa. Riempimenti d'immaginario standardizzato ad uso e consumo dell'acquisto. L'anima è venduta al peggior offerente. E i posti sono sempre liberi nell'immagina-rio del cliente che ha parcheggiato i propri sogni in un paradiso merceologico ("Parcheggio plastificante", "Deindivuazione nel garage")".

 

Salvatore Insana

(videoartista, fotografo, reporter)

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